DESCRIZIONE
Già nell’Ottocento era stato descritto l’imponente muro di terrazzamento in opera quadrata della Flaminia a Pontericcioli, con “quattro contrafforti posti ad ineguale distanza tra loro, grossi m 1,5 e sporgenti m 1,1”. Questa monumentale struttura è costituita da grossi blocchi parallelepipedi, disposti a secco in filari regolari, di conglomerato breccioso proveniente dalle vicine Foci di Cagli e detto localmente “pietra grigna”.
Si tratta di un muro lungo circa m 50, di m 1,5 di spessore (nella parte a vista) ed alto più di m 5. Recentemente esso è stato liberato dal terreno verso valle e dalla vegetazione a cura della Soprintendenza Archeologica delle Marche; si è potuto osservare che la struttura non ha fondamenta e poggia su un potente strato di breccia di fiume ben pressata. Essa mostra talvolta segni di cedimento ed anche di un restauro; quest’ultimo, effettuato nei secoli passati mediante la costruzione di un muro di rinforzo addossato al precedente, risulta costituito da blocchetti di pietra grigna locale.
La tecnica edilizia della fase originaria del monumento e la tipologia del materiale utilizzato trova perfetto riscontro nel Ponte Manlio a Cagli datato, secondo alcuni, forse ad età tardorepubblicana, ma più probabilmente da riferire ad epoca protoaugustea. Allo stesso periodo va ascritto il muro di terrazzamento di Pontericcioli, assai simile ad alcuni altri conservati lungo la Flaminia in Umbria, da legare probabilmente ad un intervento ampio realizzato nella stessa età protoaugustea.
Oscar Mei