DESCRIZIONE
Vari tratti di poderose sostruzioni risultano ancora conservati lungo la gola del Furlo, costruiti in grande parte nel contesto di un ampio progetto di riorganizzazione della Flaminia, databile ad età augustea. Prendendo in esame la pianta della zona del Furlo in cui è stata aperta la galleria all’epoca di Vespasiano, si possono notare le tracce del secondo intervento che in ordine di tempo è stato qui attuato, in epoca augustea, per rendere la Flaminia percorribile nel punto più difficoltoso per l’attraversamento dell’aspra gola. Il muro di terrazzamento risulta interamente in elevato e in discreto stato per due terzi del suo sviluppo ad iniziare da ovest, mentre nella estremità orientale è appena conservato alla base e solo per alcuni filari di altezza. Questa robusta struttura di sostegno garantiva la percorribilità della via consolare, sebbene allora ripristinata con una larghezza un po’ inferiore rispetto a quella originaria. In ogni caso si è trattato di un rilevante intervento, che metteva riparo al grave problema di viabilità determinato dal cedimento del costone di roccia nello stesso punto, attuato in un luogo in cui la stabilità della rupe si presentava precaria, come in parte ancora oggi.
La sostruzione poggia su un gradino appositamente ricavato sul pendio della rupe, che scende scoscesa ancora per alcune decine di metri fino all’angusto letto del Candigliano. Il muro risulta pertanto ubicato nel punto più favorevole del dirupo per ricavare il massimo possibile di piano viabile, escludendo ogni altra soluzione tecnica in quanto allora non praticabile.
L’aggetto della strada è stato ottenuto tramite un terrazzo artificiale costituito in parte da un riempimento e per il resto da muratura compatta, che alla sommità mostra una larghezza di circa due metri. Quest’ultima è costituita nella facciata da blocchi di corniola locale lavorati in parallelepipedi e disposti a secco in bassi filari orizzontali, legati da grappe metalliche, mentre nella parte interna è formata «da una muraglia di guardia di dietro fatta di calce». La presenza della duplice struttura, rispettivamente a vista la prima e nascosta l’altra, ma saldamente collegate tra loro, contribuisce a rendere assai solida l’opera, che nel contempo mostra un decoroso aspetto esteriore.
Si può infine osservare che questo complesso di muri di terrazzamento assume particolare rilevanza anche se valutato nel contesto della grande viabilità. Confronti con strutture in opera quadrata di pari monumentalità possono essere riscontrati in luoghi di difficile attraversamento lungo le principali strade consolari, come ad esempio sull’Appia presso Terracina, sulla Salaria lungo la vallata del Tronto e sulla via della Valle d’Aosta presso Bard.
M.L.