DESCRIZIONE
L’anfiteatro romano di Fanum Fortunae è stato individuato in seguito a scavi effettuati tra 1996 e 2000 nell’area dell’ex Caserma Montevecchio. Sono venuti alla luce in questo frangente tratti di muri curvilinei, uno dei quali era già stato identificato nel 1988, che prosegue sotto Corso Matteotti, e muri rettilinei, tra cui un tratto di vomitorium, cioè uno degli accessi alla cavea.
I tratti di muratura messi in luce, pertinenti sia al muro esterno sia al podium che stava a ridosso dell’arena, ancora con tracce dell’intonaco di rivestimento, permettono di ricostruire l’intero perimetro ellittico del monumento, che poteva ospitare probabilmente tra i 10.000 e i 12.000 spettatori. Il muro esterno presenta un paramento in opus vittatum, con blocchetti di arenaria ben squadrati e collocati in file orizzontali regolari.
Il rinvenimento in prossimità del podio di due pozzi pieni di anfore che, dopo il loro utilizzo come contenitori, erano state qui reimpiegate con funzione drenante, hanno permesso di datare il monumento al periodo tardo-augusteo, quindi contemporaneo alle mura, o comunque non oltre il I secolo d.C.
L’anfiteatro venne abbandonato almeno a partire dal V-VI secolo d.C., quando la sua struttura venne utilizzata come necropoli: sepolture semplici in fosse terragne andarono infatti ad occupare la cavea e il piano dell’arena, mentre le murature cominciarono ad essere sistematicamente spogliate per recuperare materiala da costruzione.
L’area venne poi occupata, nel corso del XVII secolo, dal Monastero di Santa Teresa, di cui restano oggi solo il colonnato del chiostro e la ghiera in mattoni di un pozzo.
Oscar Mei